Cassa Forense – Quello di cui non si parla (o quasi)

La Cassa Forense è la cassa di previdenza ed assistenza degli avvocati. Eroga pensioni, contributi, trattamenti assistenziali e previdenza integrativa. Cassa Forense sembrerebbe godere di ottima salute con un capitale investito pari a circa 14 miliardi di euro (al 31 dicembre 2020 scarica qui il bilancio di esercizio 2020) ed è anche l’unica cassa di previdenza privata che detiene il 5% della Banca D’Italia. Nonostante ciò, la Cassa è vista dagli avvocati come ingiusta, iniqua e troppo onerosa. Questo in quanto, rispetto alle altre casse di previdenza, i contributi previdenziali sono alti a fronte di pensioni normalissime. Ad oggi si corrisponde il 15% dell’imponibile a cui si aggiunge il 4% che è a carico del cliente (e quindi messo in fattura).

Situazione attuale.

Ad oggi, a seguito della crisi economica causata dalla pandemia e della diminuzione dei giudizi, la Cassa Forense ha solo posticipato i contributi da versare, mantenendo inalterate le sanzioni per i versamenti in ritardo e gli interessi di mora al 2,75%. Tutto questo, nonostante che alcuni dei componenti della lista di Tosto-Vaglio hanno chiesto di eliminarli per il periodo 2020/2022.

Situazione futura.

Il prossimo futuro, purtroppo, non vede spiragli di luce! Infatti, ad ottobre verrà posta ai voti la scellerata proposta di aumentare la percentuale dei contributi previdenziali e di abbassare le pensioni (presenti e future) di circa il 35%. La cosa più sconcertante che degli attuali componenti del comitato dei delegati della Cassa Forense solo in pochissimi si sono opposti a questa votazione e stanno provando a fermare questa scure.

La riforma della previdenza in votazione al Comitato dei Delegati nel prossimo mese di ottobre prevede:

  1. aumento dei contributi per tutti, compresi i pensionati (16% nel 2023 e 17% 2024);
  2. diminuzione dell’ammontare delle future pensioni, incluse quelle minime;
  3. mantenimento dell’attuale elevato importo delle sanzioni e degli interessi per i ritardati pagamenti.

È bene considerare inoltre che a settembre verranno votati i nuovi membri della Cassa Forense i quali però entreranno effettivamente in carica a gennaio 2023. Di fatto quindi il comitato uscente andrà a votare una mozione che influenzerà tutti noi in modo significativo per poi lavarsene le mani e cedere il testimone (fumante) al nuovo comitato dei delegati.

Tali aumenti dei contributi con contestuali diminuzioni delle pensioni da erogare, è valutato dal fatto che si prevede una situazione di non sostenibilità (ovvero un disequilibrio finanziario tra le entrate e le uscite) tra il 2041 e il 2049. Ovviamente questo disequilibrio non prende in considerazione il patrimonio dell’Ente che è di circa 15 miliardi

Cosa si può fare.

La cosa veramente sconcertante è che alla vigilia delle votazioni del nuovo comitato dei delegati della Cassa Forense, solo in pochissimi parlano di questa problematica. Nessuno la evidenzia come se dovesse restare nascosta. Ad oggi, gli unici che si stanno muovendo in questa direzione sono gli appartenenti alla lista Di Tosto-Vaglio. La loro intenzione ed il loro proposito è quello di fermare la votazione di questa proposta anche  mediante una petizione on line (clicca qui per sottoscrivere la petizione) per poi procedere con il nuovo comitato dei delegati a modificare quella proposta e trovare soluzioni alternative a quella previsione di non sostenibilità, mantenendo sempre come punto focale il fatto che la Cassa Forense è uno strumento al servizio degli Avvocati e non un mezzo di investimento.

Per coloro che volessero leggere il programma cliccare qui

 

L’Avvocato Ingarrica è contattabile tramite social al nick @avvocatoingarrica oppure nella pagina contatti.

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