Che vuol dire essere un grande avvocato

Grande avvocato

Cosa significa essere un grande avvocato

Ora, cercando di chiarire il concetto di cosa significhi per me essere un grande avvocato, probabilmente andrò controcorrente e molti non saranno della mia stessa opinione anche se magari non lo diranno mai. Sarà per il modo in cui sono stato cresciuto, sarà perché sono fatto strano, ma io non credo che essere un grande avvocato significhi perorare sempre e comunque la causa del proprio cliente, magari andando contro ogni regola, solo per il fatto che è lui che paga la tua parcella. Senza andare a vedere casi eclatanti di cronaca nera (omicidi, abusi sessuali o altro) anche nel nostro piccolo facciamo quotidianamente delle scelte che possono essere moralmente discutibili.

Riporto una frase attribuita a Piero Calamandrei che mi è piaciuta molto.

Che vuol dire «grande avvocato»?
Vuol dire avvocato utile ai giudici per aiutarli a decidere secondo giustizia, utile al cliente per aiutarlo a far valere le proprie ragioni.
Utile è quell’avvocato che parla lo stretto necessario, che scrive chiaro e conciso, che non ingombra l’udienza con la sua invadente personalità, che non annoia i giudici con la sua prolissità e non li mette in sospetto con la sua sottigliezza: proprio il contrario, dunque, di quello che certo pubblico intende per «grande avvocato».

Spesso gli amici mi chiedono come faccio a difendere delle persone che hanno commesso dei reati più o meno efferati. La risposta è sempre la stessa: il mio ruolo non è quello di far assolvere un imputato (magari colto anche in flagranza di reato), ma è quello di accertarsi che il processo sia svolto secondo le regole e che abbia un giudizio equo. Se la procura non rispetta le regole, io ho il compito di sollevare la questione al giudice, poi sarà lui a valutare. Se le prove non sono sufficienti per poter ritenere una persona responsabile del reato ascritto (contro ogni ragionevole dubbio), questa deve andare assolta. Le regole del gioco ci sono e sono più che soddisfacenti (ovviamente sono migliorabili). Ognuna delle parti deve fare il massimo per far valere le proprie ragioni (quando ci sono) e non è il compito dell’avvocato o della procura inventarle o crearle.

Bisogna sempre dare il massimo a prescindere se la persona che si presenta da te paga 1 o 10.000. Le maggiori soddisfazioni le ho ricevute proprio da coloro che ho difeso senza chiedere nulla come onorari non potendosi permettere assolutamente di pagare neanche la più piccola parcella.

Personalmente ho rinunciato ad incarichi nel momento in cui mi sono accorto che il cliente mi nascondeva la verità solo per convincermi che fosse innocente, oppure ho rinunciato ad incarichi solo perché una parte mi chiedeva di fare di tutto per far passare dei guai all’altra parte (nel caso specifico era un ex coniuge nei confronti dell’altro).

Insomma, essere un grande avvocato significa rispetto delle istituzioni, del Giudice, del Pubblico Ministero, del proprio cliente ed essere utile alla causa della giustizia. Sicuramente ancora non sono un grande avvocato e non diventerò ricco con questo mio modo di pensare, però ogni sera torno a casa e so di aver contribuito nel mio piccolo a rendere questo mondo più equo.

Per restare sempre in tema, nel prossimo articolo inerente al ruolo dell’avvocato parlerò del concetto di giurisdizione forense e sperando di fare cosa gradita, ho scritto un articolo su come scegliere il proprio avvocato

Per qualsiasi ulteriore informazione o domanda sull’argomento potete contattare in forma privata l’Avv. Daniele Ingarrica mediante il form presente nella pagina contatti . Per lasciare invece un commento visibile a tutti sul blog andare in fondo alla pagina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

3 commenti su “Che vuol dire essere un grande avvocato”