Casi di cronaca: inasprire pene e istituire nuovi reati oppure una sensibilizzazione sociale?

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Il diritto penale ed il processo penale non sono la soluzione a tutti i mali. I recenti casi di cronaca (dal rave party di Ravenna, l’omicidio di Giulia Tramontano e da ultimo l’omicidio stradale causato da un influencer) pongono i riflettori su un aspetto inquietante. Già le persone hanno l’errata percezione che dove non arrivino soluzioni allora può risolvere il problema il diritto penale (leggi qui), ma ora sembra che anche le istituzioni abbiamo questa idea bizzarra. 

I casi di cronaca: rave party di Ravenna, l’omicidio di Giulia Tramontano e da ultimo l’omicidio stradale causato da un influencer.

I recenti casi di cronaca ne sono un esempio tangibile.

Rave party di Ravenna.

Subito dopo l’evento il Governo Meloni ha varato il nuovo reato ex art. 633 bis c.p. specifico per il contrasto al fenomeno. Come se l’effetto deterrente di una norma abbia la forza di non far porre in essere quella condotta. (Leggi qui)

L’omicidio di Giulia Tramontano

L’omicidio della ragazza incinta di 7 mesi è un evento assurdo nella sua dramamticità e sconvolgente. Questo ha fatto sì che il Governo abbia deciso per una stretta legislativa varando il codice rosso rafforzato. La scelta politica di rafforzare la tutela a chi è vittima di molestie, maltrattamenti ecc. è sicuramente ammirevole e importante, ma nessuno si è mai posto il problema che, nel caso specifico, le istituzioni non possono avere alcuna responsabilità in quanto Giulia Tramontano non aveva mai denunciato il proprio partner? Quindi, perché utilizzare il fatto di cronaca per giustificare un rafforzamento della norma (perché ritenuta nel caso specifico insufficiente a tutelare la vittima) quando questa non poteva neanche essere applicata? (Leggi qui)

L’omicidio stradale causato da un influencer.

Subito dopo il sinistro mortale esce la notizia che il Governo vuole istituire un reato specifico nei confronti di youtuber e influencer nel caso in cui questi esaltino o incitino sul web la commissioni di condotte illegali.  (Leggi qui)

La forza deterrente delle norme.

Senza voler entrare in discorsi prettamente tecnici, una norma che vieta una determinata condotta ha un doppio effetto:

  • deterrente: ovvero preventivo quando, per il solo fatto che un soggetto è conscio del fatto che quella condotta potrebbe portarlo ad avere una pena consistente nella limitazione della libertà personale, il soggetto desiste di compiere quel determinato atto;
  • punitivo: quando, in seguito al verificarsi della previsione normativa il soggetto viene punito affinché comprenda il disvalore sociale del fatto commesso al fine di evitare ulteriori comportamenti analoghi.

Il fattore della deterrenza si può avere ma non in tutte le ipotesi. Nei casi sopra riportati (al limite) il fattore deterrenza può essere efficace solo nel caso del rave party e solo qualora la pena fosse importante. Negli altri due esempi la pena deterrente di una eventuale privazione della libertà personale non potrà certo fermare quelle condotte.

Perché è necessaria una sensibilizzazione a livello sociale.

L’omicida di Giulia Tramontano non poteva pensare, prima di commettere il fatto, che il suo gesto non avrebbe avuto conseguenze. Gli influencer che avevano ideato la challenge a cui hanno partecipato i ragazzi che correvano con la Lamborghini di certo non istigavano a commettere reati. Il vero problema sta nella capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e capire anche ciò che è particolarmente rischioso.

È per questo che inasprire le pene o prevedere nuovi e specifici reati (scelta politica in cui non entro) non credo che serva a molto. Sarebbe molto più proficuo e valido effettuare una campagna di sensibilizzazione seria e costruttiva sin in tenera età. A questo punto sì che avrebebro un senso gli inasprimenti delle pene e l’approvazione di nuove forme di reato.

Conclusioni.

Si possono prevedere nuovi reati ed inasprire le pene, ma così il problema non si risolve. Si continueranno ad avere morti e condotte moralmente sbagliate. È necessario che si diffonda una cultura diversa (forse più profonda, più orientata ai principi dei nostri nonni) ma per fare questo servono tempo e risorse.

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