Revenge porn, victim blaming, slut e fat shaming, cat calling, stealthing ….. sono reati?

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Revenge porn, victim blaming, slut e fat shaming, cat calling, stealthing ecc. sono anglicismi che oramai vanno di moda sui social. Riguardano la sfera sessuale e le violenze di genere. Sappiamo cosa significano? Oramai è uso comune pubblicare post con definizioni inglesi relativamente a comportamenti ritenuti offensivi, illeciti o che addirittura costituiscono reato. È necessario però fare una premessa. Tutte queste terminologie nascono anche in luoghi dove è presente una forma di tutela della persona (e tutto il sistema giudiziario) totalmente differente dalla nostra.

Le differenze tra i sistemi giudiziari (in breve)

Il common law è un modello di ordinamento giuridico, di origine britannica, basato maggiormente sui precedenti giurisprudenziali più che sulla codificazione e in generale leggi e altri atti normativi di organi politici, come invece nei sistemi di civil law, derivanti dal diritto romano come il nostro (approfondisci cliccando qui ).

Il common law’ è un sistema giuridico di diritto non codificato che si basa su un modello di “precedente giurisprudenziale”, attraverso il quale i giudizi vengono stabiliti sulla base di altre precedenti sentenze di casi tra loro molto simili, consolidandosi nel tempo. Per il diritto anglosassone la procedura precede e prevale sulla sostanza. In mancanza di un sistema giuridico il diritto sostanziale è stato elaborato come soluzione concreta al caso concreto, senza che dovesse esservi una preesistente previsione alla quale il giudice potesse fare riferimento: remedies preceed rights.

È per questo che i comportamenti che andremo a vedere possono essere stati considerati dai paesi del common law anche reati. Ciò non significa che questi nel nostro ordinamento giuridico lo siano.

Revenge porn.

In italiano la vendetta pornografica, è una pratica che si sta diffondendo sempre di più tra i giovani. Consiste nel pubblicare sulla rete attraverso i social network foto private o video strettamente personali (immagini o video di nudo o di atti sessuali) del proprio partner o ex partner, per vendetta o anche solo per divertimento. Nella maggior parte dei casi le riprese e/o le immagini sono state effettuate con il consenso dell’altra persona. Questa però riteneva che sarebbero rimaste all’interno della coppia; restando perciò di natura strettamente privata e che non sarebbero mai state rese di pubblico dominio. Anche in Italia il revenge porn è considerato un reato (ho scritto qui un articolo).

Victim blaming.

La vittimizzazione secondaria consiste nel rivivere le condizioni di sofferenza a cui è stata sottoposta la vittima di un reato ed è spesso riconducibile alle procedure delle Istituzioni susseguenti ad una denuncia. Le Forze di Polizia hanno procedure oramai standardizzate e consuetudinarie ed operano una inconsapevole disattenzione nel confrontarsi con la vittima. Invece in molti casi andrebbero attuate delle procedure differenziate, specifiche e che mettano a loro agio le vittime. La vittimizzazione secondaria è una conseguenza troppo spesso sottovalutata in tutti quei casi in cui si è vittima di reati di genere e l’effetto principale è quello di scoraggiare la presentazione della denuncia da parte della vittima. In particolar modo da parte delle donne vittime di violenza da parte del partner o ex partner. (cliccare qui per un approfondimento). La vittimizzazione secondaria non è un reato.

Slut o fat shaming.

Lo slut shaming  è un termine filosofico femminista che indica il comportamento altrui che fa sentire una donna colpevole, inferiore, inadeguata o umiliata per i suoi desideri o comportamenti sessuali che si discostano da quelli “tradizionali”. Lo slut shaming è assimilabile al kink shaming anche se questo ultimo più che per i desideri e fantasie sessuali riguarda l’umiliazione ricevuta per delle specifiche attività sessuali praticate.

Il Fat shaming (vergogna del grasso) è un termine che identifica tutte le umiliazioni che subiscono le persone in sovrappeso. Umiliare una persona per il suo peso, facendole vergognare per il loro aspetto calpesta i diritti umani e può nuocere gravemente alla salute, sia a livello fisico, che psicologico.

Cat calling.

E’ una molestia maschile consistente nell’espressione verbale e gestuale di apprezzamento di natura sessuale rivolto in modo esplicito, volgare e talvolta minaccioso, a una donna incontrata per strada o in un luogo pubblico[1]. In Italia il Cat Calling non è reato di per sé ma potrebbe, in casi particolari rientrare nel reato di molestie. 

Aggiornamento del 06 settembre 2021: in merito rilevo che il Tribunale di Vicenza ha istituito un comitato (Comitato per il benessere organizzativo) a tutela del luogo di lavoro, il quale a sua volta ha predisposto un regolamento contro il cat calling e il body shaming. Con tale regolamento si censurano tutti quei comportamenti idonei  a far sentire a disagio i dipendenti di sesso femminile. tra questi ovviamente rientrano il Cat calling e lo Shaming (in ogni sua forma).

Sexting.

E’ un neologismo utilizzato per indicare l’invio di messaggi, testi e/o immagini sessualmente espliciti, principalmente tramite il telefono cellulare o tramite internet. Il fenomeno del sexting in Italia non ha ancora una sua collocazione precisa nelle norme giuridiche. Si procede al giudizio per analogia con le leggi sulla violazione della privacy, sullo stalking, sulle molestie, sulla produzione e la divulgazione di materiale pedopornografico[2]

Porno deepfake.

Il deepfake -parola coniata nel 2017- è una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale. E’ usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali, tramite una tecnica di apprendimento automatico. È stata anche usata per creare falsi video pornografici ritraenti celebrità e per il revenge porn, ma può anche essere usato per creare fake news, bufale e truffe, per compiere atti di cyberbullismo o altri crimini informatici di varia natura[3]. In Italia non esiste un reato specifico, ma potrebbero integrarsi gli estremi del reato di sostituzione di persona.

Stealthing.

Con l’espressione anglosassone stealthing ci si riferisce al gesto di sfilare il preservativo, o di danneggiarlo, durante un rapporto sessuale all’insaputa del partner. In alcuni paesi quali per esempio il Canada un comportamento del genere è stato considerato un reato ma ciò non si può dire per l’Italia. [4]

Come avere una consulenza.

Nel caso si volesse ricevere una consulenza sull’argomento trattato cliccare qui.

L’Avvocato Ingarrica è contattabile tramite social al nick @avvocatoingarrica oppure nella pagina contatti.

Note.

[1] www.treccani.it/vocabolario/cat-calling_(Neologismi)

[2] it.wikipedia.org/wiki/Sexting

[3]  https://it.wikipedia.org/wiki/Deepfaken

[4] www.studiolegalecastagna.it/n/novita/294-sfilare-il-preservativo-senza-consenso-la-rilevanza-penale-dello-stealthing?fbclid=IwAR0enXh2JpnyoC2JcwPCrfKbVwt76aNHKqL3LMrtSmFyRSr2Vjn-NuLsrUM

 

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