Screenshot come prova nel processo penale. Facciamo chiarezza.

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Gli screenshot di conversazioni chat possono essere utilizzati come prova nel processo penale? Sul punto sono in tanti ad affermare aprioristicamente di si senza soffermarsi a fare le dovute valutazioni. Prendo spunto dall’ultima sentenza della Suprema Corte di Cassazione la numero 17552 del 10 marzo 2021 di cui hanno parlato in molti. Quasi tutti hanno riportato questo brano della sentenza: ”I messaggi WhatsApp e gli sms conservati nella memoria di un telefono cellulare hanno natura di documenti ai sensi dell’articolo 234 c.p.p., sicché è legittima la loro acquisizione mediante mera riproduzione fotografica [..]” da qui tutti a sostenere che gli scrennshots sono una prova.

Cosa dice veramente la sentenza in merito di screenshot?

Leggendo 3 capoversi più sotto la sentenza riporta, a mio parere, un aspetto essenziale per poter affermare che gli screenshot sono una prova. Ovvero: “Si deve inoltre considerare che, nell’odierna fattispecie, l’imputato aveva anche ammesso l’autenticità dei messaggi […]”. Questo significa che nel caso specifico c’era stata l’ammissione dell’imputato sul fatto che li aveva inviati e quindi li aveva riconosciuti come autentici. Gli screenshot sono semplici fotografie e come tali possono essere molto facilmente soggette a modifiche. Il nodo della questione è solo questo. Qualora ci fosse stata una contestazione sull’autenticità di quelle immagini, allora gli screenshot non sarebbero più potuti entrare come tali nel novero delle prove.

La Suprema Corte, per sostenere la propria tesi, riassume anche un’altra questione (sollevata dalla parte che aveva fatto riferimento alla Sentenza numero 49601 del 19 giugno 2017). Ovvero che le trascrizioni di una conversazione effettuata via whatsapp non potevano essere acquisite come prova in quanto la sua utilizzabilità doveva essere condizionata dall’acquisizione del supporto telematico che li conteneva. Il giudice di merito, in quel caso, aveva considerato tale ulteriore verifica essenziale per valutare l’attendibilità dei messaggi prodotti. Le trascrizioni operate dalla parte non possono essere equiparate agli screeenshot.

Questo significa che quando non vi è certezza sul materiale prodotto è necessario acquisire il supporto su cui è presente il materiale depositato. Pertanto lo screenshot può costituire prova se e quando l’imputato conferma l’autenticità di quei messaggi o quando non vengono sollevate questioni o opposizioni.

Come si deposita correttamente una prova digitale.

La stampa dello screenshot, in quanto fotografia della visualizzazione dello schermo, non è una prova digitale. Purtroppo si continua ad essere ancorati ai vecchi sistemi di acquisizione delle fonti di prova. Se la prova della commissione di un reato si trova su di un cellulare, allora è possibile acquisirla in modo inoppugnabile mediante una acquisizione forense. Questa, seguendo le best pratice, permette di avere una copia perfettamente speculare del dispositivo così da mettere a disposizioni di tutte le parti del processo la prova stessa nel formato originale. Per formato originale si intende un formato, non modificato dall’utente, di cui si ha la garanzia dell’autenticità. L’acquisizione forense si può fare di qualsivoglia dispositivo elettronico, dal pc, dallo smartphone o dal tablet.

L’acquisizione forense ed il problema della volatilità della prova informatica.

La copia forense è la miglior prova che si possa fornire al giudice. Per fare questa operazione purtroppo ci vuole anche del tempo. Non solo quello strettamente necessario per estrarre i dati ma, e soprattutto, è necessario del tempo per trovare e reperire un consulente tecnico. Ci sono poi alcune prove che, per la loro posizione nel web, possono essere facilmente cancellabili. Per esempio mi riferisco a post su facebook, su twitter o per esempio, articoli di testate giornalistiche che possono essere cancellate con un clic senza lasciare alcuna traccia. In questo caso è necessario operare subito con alcune accortezze per cristallizzare la situazione. Ovviamente non in modalità forense, ma comunque esistono delle modalità che danno garanzie decisamente superiori ad uno screenshot. Poi qualora fosse ancora possibile sarebbe sempre meglio ri-acquisire il tutto in modalità forense.

Conclusioni.

In conclusione, ritengo che sia sempre e comunque da preferire la copia forense ai semplici screenshot. Vero è che questa pratica ha dei costi relativamente ai software e licenze che sono necessarie per estrarre correttamente i dati ed è ovvio che quando si parla di poche immagini o solo di un file audio o solo di un video ecc. la modalità forense potrebbe non essere conveniente nel rapporto costi benefici. Ma queste sono valutazioni del tutto personali che esulano da quanto detto in relazione al valore dello screenshot come prova.

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